Anche quest’anno, grazie al finanziamento dell’ufficio otto per mille della Tavola Valdese, abbiamo potuto realizzare diversi progetti, molti dei quali già avviati negli anni passati. In particolare, ci è stato possibile dare continuità ad una delle nostre aree di intervento più
importanti, quella dell’assistenza sanitaria.
A causa dell’aggravarsi della situazione socio-politica del paese e delle ripercussioni sulle condizioni economiche generali, le fasce più deboli della popolazione si trovano ulteriormente depauperate anche delle risorse primarie. Le variazioni del cambio dollaro USA – Gourde haitiano, a netto svantaggio di quest’ultimo, hanno ridotto drasticamente il potere d’acquisto della popolazione. In questo quadro, l’accesso ai servizi di base, tra cui l’assistenza sanitaria, è diventato per molti quasi impossibile. È in questo scenario che AIHIP agisce, tentando di limitare conseguenze drammatiche che spesso esitano in epiloghi infausti. Nel dettaglio, siamo riusciti a dare continuità all’assistenza sanitaria già in essere a Petites-Desdunes e a Bocozelle, nel dipartimento dell’Artibonite. La gestione degli ambulatori e del personale che vi opera si ispira al massimo efficientamento delle risorse economiche. Infatti, a differenza di molte altre associazioni no profit ed ONG, il nostro personale è esclusivamente autoctono. Questo ci consente di ottenere due vantaggi significativi. In prima istanza la conoscenza dei luoghi e della cultura locale da parte del personale ci permette di avere un quadro più pervasivo delle condizioni sanitarie legate alla situazione socio-economica, oltre ad avere un rapporto diretto e fiduciario con le comunità locali. In seconda istanza, ci permette di contenere notevolmente i costi, poiché gli onorari del personale sono allineati a quelli medi del paese, notevolmente inferiori a quelli che verrebbero corrisposti ad un personale di provenienza estera.
L’attività è stata articolata sia sul fronte della prevenzione che su quello dell’intervento diretto sui pazienti. In particolare, l’attività informativa e formativa messa in essere dalla dottoressa Routh Germain, in 27 giornate con oltre 500 persone presenti, sulle malattie sessualmente trasmissibili, il tifo e la malaria, ha portato a risultati entusiasmanti. Il numero di patologie dovute all’ignoranza delle più basilari norme igienico-sanitarie è considerevolmente diminuito, segnando una grande vittoria del nostro progetto ed incoraggiandoci a continuare con nuovi stimoli. L’attività ambulatoriale vera e propria si articola invece in diversi passaggi, volti a non tralasciare nessun aspetto che potrebbe inficiare il risultato sul paziente. Infatti, il personale dedicato all’accoglienza dei pazienti si occupa di distribuire dei ticket di prenotazione in numero congruo alle possibilità giornaliere, fatti salvi i casi urgenti o gravi.
Alla visita il paziente è accolto da un’infermiera che effettua una prima intervista e le misurazioni dei parametri di base, quali la pressione sanguigna e la temperatura. Il paziente viene poi inviato al medico che effettua la visita vera e propria. In base alle prescrizioni del medico, il paziente può essere inviato al laboratorio attiguo, dove possono essere effettuati esami di base, o inviato direttamente alla farmacia, sempre attigua all’ambulatorio, dove, in base alle disponibilità, il paziente riceve il farmaco prescritto.
Grazie a questo sistema, nel primo semestre di quest’anno ci è stato possibile visitare circa 370 pazienti per ambulatorio. I dati raccolti ci hanno restituito una stima delle patologie più diffuse. In particolare: ipertensione arteriosa, ulcere di vario genere, malaria, sindrome diarroica acuta, febbre tifoide, infezioni vaginali, infezioni respiratorie acute, glaucomi, malnutrizione ed epilessia. Com’è possibile evincere dall’analisi di questa lista, l’incidenza di molte delle patologie presenti può essere sostanzialmente ridotta con una corretta e capillare informazione e formazione. Come già detto in precedenza, i risultati ottenuti in tal senso sono già estremamente incoraggianti.
Data la natura contagiosa di molte delle patologie affrontate e delle gravi condizioni socio-economiche di queste popolazioni, l’intervento in ambito sanitario è da considerarsi primario se si vogliono scongiurare esiti epidemici, purtroppo non nuovi a questo paese.